Taranto

Ponte Girevole di Taranto

Taranto

«Quell’angolo di mondo più d’ogni altro m’allieta
, là dove i mieli a gara con quelli del monte Imetto fanno
e le olive quelle della virente Venafro eguagliano
; dove Giove primavere regala, lunghe, e tiepidi inverni
, e dove Aulone, caro pure a Bacco che tutto feconda,
il liquor d’uva dei vitigni di Falerno non invidia affatto.»

Ecco come Orazio, il grande poeta romano dell’epoca di Augusto, descrive nelle sue Odi Taranto, la splendida “Città dei due mari”, la perla del Salento, la capitale della Magna Grecia. Capoluogo di provincia, con quasi 200.000 abitanti e ventinove comuni, Taranto è situata nella parte nord-orientale dell’omonimo Golfo sul Mar Ionio e si divide in due parti: una costruita sulla terraferma e un’altra, più antica, che sorge sull’isoletta che separa l’insenatura marina (Mar Grande) dalla laguna interna (Mar Piccolo).
In epoca greca, la Città Vecchia non era un’isola, ma una penisola. Non esistevano allora né il Ponte di Pietra (Porta Napoli) né l’attuale canale navigabile; al posto di quest’ultimo vi era una stretta striscia di terra che comunicava con l’attuale città nuova. La penisoletta costituiva l’Acropoli (ossia la città fortificata) che era sede di templi e uffici pubblici. La popolazione abitava dove adesso sorge la città nuova.
Antica città marinara, Taranto è oggi uno dei porti commerciali e militari più importanti d’Italia. La città è ricca di fascino e di ricordi. Le sue vie e le sue piazze riportano alla mente antichi splendori, quando la città era ricca e temuta e contava quasi trecentomila abitanti; quando si scontrava con le legioni romane, o si difendeva dai Barbari, o contrastava i pirati saraceni, affamati di bottino; quando le sue navi solcavano i sette mari, portando in tutto il mondo conosciuto i suoi tessuti pregiati, come il bisso e la porpora, ma anche le sue idee, elaborate nelle famose scuole filosofiche di derivazione pitagorica.
A Taranto si ritrova ancora la fede delle origini, qui portata dall’irlandese San Cataldo e ancor prima predicata dall’apostolo Pietro e da San Marco. La città è famosa per gli antichissimi riti religiosi che si svolgono durante la Settimana Santa e, in particolare, per le processioni del Giovedì e del Venerdì Santo che rievocano la Passione di Cristo in un’atmosfera di grande partecipazione.
La città vecchia, come si è detto, è una piccola isola circondata dai due mari, Mar Grande e Mar Piccolo. A guardarla dall’alto si vede una mossa distesa di tetti e campanili ma non si coglie la sua particolare atmosfera. Solo addentrandosi nel cuore antico della città si scopre la magia di vicoli strettissimi e di luminose piazzette, l’eleganza architettonica di case e strade. La sera, quando la luce delle lampade si riflette sull’acqua, tutto sembra fermarsi, come in una fotografia scattata dagli occhi di chi assiste a questo spettacolo surreale. Nella parte bassa dell’isola è possibile vedere l’antico borgo marinaro abitato ancora oggi da pescatori, che al mattino escono dalle loro case per il loro lavoro. Il pesce viene sbarcato dai pescherecci direttamente al mercato che si tiene ogni giorno in via Garibaldi, nella città vecchia. Qui si trovano anche cozze, ostriche e molluschi che provengono dai tipici vivai per la mitilicoltura, disseminati nel Mar Piccolo e nel Mar Grande e caratterizzati dai lunghi pali che affiorano dall’acqua.
Nella parte alta, abitata dalle famiglie abbienti, numerosi palazzi signorili, meravigliosamente affrescati, si affacciano sul panorama di Mar Grande in cui spiccano le isole Cheradi. Lo spettacolo è sempre splendido, ma al tramonto diventa addirittura magico. In Città Vecchia tutto, i suoi palazzi, le chiese, i monumenti, sono un intreccio di epoche e stili diversi, lontani tra loro ma che, come in un libro, raccontano la storia di questa città.
Una rapida visita alla città può partire da Via Duomo, che segna il percorso tra stradine e vicoli, attraverso un tessuto urbano d’impronta ancora medievale; all’inizio della via, alta su una scalinata, la facciata trecentesca della chiesa di San Domenico Maggiore mostra un bel portale ogivale. Poco avanti lungo la stessa via sorge il Duomo, Si prosegue lungo Via Duomo fino all’estremità dell’isoletta dove, in piazza Municipio, s’innalza la Colonna superstite di un tempio greco del VI secolo a.C., dedicato forse a Poseidone. Più avanti il Castello Aragonese sta a guardia del Canale navigabile che mette in comunicazione il Mar Grande con il Mar Piccolo. Edificato sotto Ferdinando d’Aragona a partire dal 1480, il Castello fu poi ingrandito e rimaneggiato; dell’antica costruzione rimangono i torrioni cilindrici e parte della cortina.
Oltre il ponte si stende la città moderna che offre una bellissima passeggiata sul lungomare sistemato a giardino. Qui Villa Peripato, riportata alla sua antica magnificenza floreale, invita a una piacevole sosta. Percorrendo, dalla sponda del canale navigabile, un breve tratto di Corso Umberto fino a piazza Garibaldi, si arriva al Museo Archeologico Nazionale, famoso e molto frequentato per la ricchezza del materiale che vi è raccolto ed esposto.
Altra attrattiva per i turisti è data dalle piccole escursioni su imbarcazioni che percorrono i due mari, passando sotto il maestoso Ponte Girevole. A bordo dei motopescherecci sono effettuate diverse attività che spaziano dall’escursione lungo le coste alla ristorazione a bordo. Qui, ma naturalmente e soprattutto in città, si possono gustare le molte specialità della cucina tarantina, basata sul pesce e le verdure. Fra i piatti tipici, spiccano il “tarantello” e le “cozze arraganate”. Notevoli sono anche i vini della zona: il Lizzano, rosso e rosato, il Negro amaro e la Malvasia nera, il bianco di Martina Franca e il rosso Primitivo di Manduria.